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| Chiara Paez, vittima del suo ragazzo |
L'autopsia effettuata su Chiara Paez, 14 anni di Rufino, in Argentina, ha evidenziato che prima di essere uccisa, bruciata viva dal suo fidanzato, la quattordicenne in stato interessante aveva subito anche violenze fisiche.
Il suo corpo è stato trovato sotterrato nel giardino retrostante l'abitazione del suo ragazzo tre giorni dopo la denuncia di scomparsa. Chiara era all'ottavo mese di gravidanza quando è stata picchiata e bruciata, presumibilmente sul posto dove è stata ritrovata. Il suo ragazzo da solo un paio di mesi, Manuel Mansilla, aveva partecipato alle ricerche di Chiara, ben sapendo quale fosse il triste destino della giovane. La sua coscienza, tuttavia non ha retto a lungo ed ha confessato, poco tempo dopo, il femminicidio.
Il suo corpo è stato trovato sotterrato nel giardino retrostante l'abitazione del suo ragazzo tre giorni dopo la denuncia di scomparsa. Chiara era all'ottavo mese di gravidanza quando è stata picchiata e bruciata, presumibilmente sul posto dove è stata ritrovata. Il suo ragazzo da solo un paio di mesi, Manuel Mansilla, aveva partecipato alle ricerche di Chiara, ben sapendo quale fosse il triste destino della giovane. La sua coscienza, tuttavia non ha retto a lungo ed ha confessato, poco tempo dopo, il femminicidio.
Adesso Manuel è accusato di omicidio, femminicidio, occultamento di cadavere e procurato aborto, dato che gli esami tossicologici sulla povera Chiara hanno mostrato tracce di un medicinale utilizzato per porre termine alle gravidanze. I due erano compagni di classe.
Questo ennesimo femminicidio ha scatenato le proteste in argentina. Duecentomila dimostranti si sono riversati nella capitale, Buenos Aires, per manifestare tutta l'indignazione verso la violenza sulle donne; proteste minori anche in almeno altre 100 città.
Gli slogan più in voga: "il machismo uccide", "non una di meno".
L'hashtag twitter collegato a queste proteste è #NiUnaMenos

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